CORSI E PROGETTI DI FOTOGRAFIA
MASTERCLASS SULLA FOTOGRAFIA DI SCENA + WORKSHOP
LUCE IN SCENA: I SEGRETI DEL SET
Il ruolo del fotografo di scena nella storia del cinema.
L'arte di catturare la luce e i segreti del set.
MASTERCLASS
I SEGRETI DEL SET
+
WORKSHOP
LUCE IN SCENA
3 GIORNI
luogo e date da definire
MASTERCLASS SULLA FOTOGRAFIA DI SCENA PER IL CINEMA
La Masterclass, attraverso importanti casi di studio, approfondimenti tecnici, conversazioni con importanti professionisti del settore, lo studio di immagini scattate sui set e il rapporto dei registi con i fotografi, intende svelare i ‘segreti del mestiere’ del fotografo di scena e fornire ai partecipanti gli strumenti più idonei per apprendere la professione del fotografo di scena come è intesa nel cinema contemporaneo.
Il workshop è rivolto ai fotografi che sono già in possesso delle tecniche fotografiche di ripresa e di editing base e che intendono approfondirne la conoscenza applicando le nozioni teoriche e tecniche nel settore della fotografia di scena per il cinema.
OBIETTIVI DEL CORSO:
La masterclass introduce alla professione del fotografo di scena e agli strumenti necessari per svolgerla. Brevi cenni sulla fotografia di scena nella storia del cinema. Tra gli obiettivi primari del corso è previsto l'apprendimento delle nozioni principali della fotografia di scena; il ruolo e la funzione del fotografo sul set di un film attraverso l’analisi di 'case studies' specifici con la visione di materiali filmici e fotografici di documentazione.
Introduzione alla fotografia di ritratto per 'editoriali' e posati per 'carachter poster' con sessione pratica di scatti in studio di posa.
IL FILM ATTRAVERSO LE FOTO DI SCENA:
Michelangelo Antonioni è il maestro del cinema italiano che meglio ha definito la figura del fotografo 'tout-court' e nello specifico il lavoro e il ruolo dei fotografi di scena di cinema. Il piano sequenza finale di “Professione: reporter” è uno dei casi di studio: la visione della scena finale del film, da sempre oggetto di analisi semiotica in campo cinematografico, è oggetto di introduzione al corso per esporre uno degli aspetti del prezioso lavoro svolto dai fotografi di scena dal punto di vista della documentazione di reportage, il "behind the scenes” anche conosciuto come “Si gira”. Si analizzano gli scatti più rappresentativi che descrivono alcune fasi della lavorazione del piano sequenza finale del film che documentano gli effetti visivi speciali, in quel periodo completamente realizzati dal vivo, svelando allo spettatore la complessa “macchina” del cinema.
Il film “Blow-up”, dello stesso Michelangelo Antonioni, rappresenta l’altro caso di studio in parallelo con il film “The Misfits” di John Huston. Entrambi i film infatti sono stati documentati dagli scatti e i ritratti realizzati sul set da più fotografi di scena. In occasione del film del regista americano si trattò dei reporter dell’agenzia fotografica Magnum, tra questi ultimi Eve Arnold è stata la fotografa reporter che entrambi i film hanno avuto in comune.
Il corso parte dallo studio teorico per arrivare a delle sessioni pratiche di scatti in studio:
- analisi degli strumenti per svolgere l’attività fotografica per il cinema, evoluzione, approccio e ruolo del fotografo sul set, produzione dei materiali per la promozione di un film.
- Il materiale didattico verrà esposto ai corsisti attraverso la visione di scene/sequenze tratte dai film, e di slide documentative che includono il materiale fotografico di ricerca.
I materiali raccolti, essenzialmente di documentazione fotografica, riguardano in particolare quelli inerenti alcune scene girate per i film “Professione: reporter” e “Blow-up” di Michelangelo Antonioni.
La fotografia e la meta-fotografia. La realtà filmica interpretata attraverso lo stratagemma dell’ingrandimento delle fotografie. Le "Foto di scena" e i "Si gira” sono i materiali più significativi proposti e analizzati durante la sessione teorica del workshop che spiegano il compito dei fotografi di scena.
Nel corso del workshop si affronta inoltre il passaggio elettivo dalla pratica di “mestiere”, implicita nell’accezione di operatività più artigianale e manuale del lavoro fotografico che veniva appreso “a bottega”, continuato anche in camera oscura e a contatto con materiali fisici quali la pellicola, i chimici e la carta, a quello di “professione” inclusivo dello studio approfondito degli strumenti e i “media” tecnologici-digitali con cui nella contemporaneità è possibile manipolare in modo seriale le immagini e veicolare l’aspetto promozionale e documentativo di un film.
FOTOGRAFO DI SCENA O UNIT STILL PHOTOGRAPHER:
Dall'esperienza professionale personale sono tratti gli argomenti di queste sessioni di studio che introducono l'operatività sul set e gli strumenti utilizzati per la produzione delle immagini che ne determinano la destinazione d'uso e il rapporto con la regia e i reparti artistici, di produzione e promozione del film. Il ruolo che viene attribuito al fotografo di set varia secondo il contributo che gli viene richiesto in rapporto al grado di autorialità e la gestione marketing delle immagini da realizzare, del budget di produzione e dell'autorialità registica del film.
Il fotografo ha pertanto la possibilità di realizzare "Scatti d'autore", spesso veicolati in bianco e nero, e di registrare fotograficamente "Still" delle scene girate. Gli "scatti rubati" e gli scatti in "asse camera" fanno parte di una metodologia di lavoro che varia in base alle caratteristiche del set e della posizione della cinepresa rispetto allla scena girata. Non sempre, infatti, per poter ottenere la "still fotografica" della scena è possibile realizzarla in asse con la cinepresa. Nell'evoluzione della professione dei fotografi di set c'è storicamente anche la "foto di scena posata" cioè ricomposta alla fine dei ciak appositamente per permettere gli scatti promozionali al fotografo; questo accorgimento prevedeva la realizzazione degli scatti con gli stessi parametri tecnici e la posa degli attori, quindi con l'utilizzo dello stesso set up luci e lunghezza focale degli obiettivi, temperatura colore, posizione della macchina da presa, stessa inquadratura. Oggi non è più richiesto per l'alto costo di questa metodologia di lavoro ma in alcuni casi è ancora possibile, in accordo con l'aiuto regia, ottenere il set a fine ciak per realizzare la "foto di scena-still" altrimenti non realizzabile durante la presa diretta per motivi quasi sempre legati all'impossibilità di accedere fisicamente alla cinepresa per realizzare gli scatti richiesti in "asse camera". Nella fotografia di scena contemporanea la cosiddetta "still" della scena è ottenuta rimanendo a pochi passi dalla cinepresa ma comunque in asse con la stessa. La qualità della foto in formato full-frame e ad alta risoluzione ha le caratteristiche migliori per essere utilizzata per la pubblicazione sul web e la stampa con diversi parametri di esportazione dei files.
LA FOTOGRAFIA DI SCENA D'AUTORE E IL BIANCO E NERO:
Privo di grafismo ma carico di sfumature, il bianco e nero è la scelta stilistica e visiva del mio personale approccio fotografico al set. La ricerca dello scatto oltre la scena girata, oltre il ciak catturato dalla cinepresa. Nel gioco delle parti, del set cinematografico, assumo in qualche occasione il ruolo registico di chi, grazie ad uno strumento di acquisizione delle immagini, non rimane passivo davanti al divenire della messa in scena dell’opera filmica. Il punto di osservazione come fotografa di scena, per me è sempre stato motivo di curiosità visiva, l’opportunità di cogliere con la macchina fotografica quell’attimo, che è uno sguardo o un gesto sospeso, l’istante che precede o segue l’azione filmica, che è ancora “realtà del reale” prima che diventi “realtà del racconto”. L’illusione che diventa sogno. La magia del cinema e della fotografia che ne è la luce.
Nel lavoro di ripresa fotografica del set il compito più arduo è cogliere il linguaggio del cinema, il tempo e i modi con cui la realtà è modificata per diventare racconto cinematografico.
“Guardare oltre i confini della singola inquadratura di una scena per cogliere l’illusione della realtà che sta per raccontare lo sguardo trasversale della macchina da presa.”
IL RITRATTO SUL SET:
Nel corso della storia del cinema la figura del fotografo sul set ha assistito a cambiamenti che hanno coinvolto anche il prorpio lavoro. Il ritratto è uno dei generi fotografici più praticati e ambiti dai fotografi, in ambito cinematografico viene realizzato con modalità e finalità promozionali e rappresentative differenti.
Il ritratto cosiddetto "rubato" sul set raffigura e racconta gli attori e i personaggi interpretati secondo la loro presenza dentro o fuori dalla scena. La spontaneità dei soggetti ritratti è più raggiungibile nel caso del reportage cinematografico, gli attori e le attrici sono liberi di mostrare, con pose naturali, la vita vissuta sul set. Il fotografo è l'osservatore che con la propria sensibilità e il proprio punto di vista racconta gli umori e l'essenza del set in cui spesso rientra, nell'inquadratura dello scatto, anche la troupe del film. Anche Il dialogo tra attori e regia è oggetto di documentazione soprattutto durante le prove. Il ritratto in scena appartiene alla foto "still", lo sguardo in macchina degli attori interpreti della narrazione cinematografica suggerisce e trasferisce allo spettatore quasi sempre un momento di "intervallo" delle riprese del film, in particolare dell'istante immediatamente precedente e successivo la fine del ciak. La foto in posa sul set prevede una cura dei dettagli che appartiene alla preparazione della produzione del film e coinvolge il lavoro di tutti i reparti artistici, il fotografo ha in questo caso a disposizione pochi minuti per realizzare gli scatti talvolta richiesti per la promozione. Il ritratto in studio è un'evoluzione del lavoro già prodotto sul set dando la possibilità di imprimere un carattere e una cifra stilistica personale agli scatti realizzati con maggiore cura.
STRUMENTI DI PROMOZIONE DELL'OPERA CINEMATOGRAFICA:
Il fotografo è chiamato a dialogare con i diversi "attori" messi in campo e ad accogliere le esigenze di realizzazione delle immagini destinate alla comunicazione su diversi "media" con peculiarità e caratteristiche differenti di target e qualità di pubblicazione differenti. La distribuzione del film e l'ufficio stampa sono gli interlocutori principali di questa fase professionale del lavoro dei fotografi di scena. Un'agenzia di comunicazione si occupa della parte creativa di manipolazione e produzione delle immagini realizzate dai fotografi a cui viene associata anche una parte grafica che caratterizza tutto il processo di diffusione delle immagini del film al pubblico a scopo promozionale: billboard, manifesti, poster, social post, press book, merchindising, ecc.
FOTOGRAFIA IN STUDIO:
La realizzazione delle fotografie destinate alla pubblicazione editoriale non sono sempre richieste al fotografo che realizza le foto di scena sul set.
I posati realizzati agli attori in studio, a volte invece richiesti al fotografo già presente sul set per gli scatti del film, sono destinati alla produzione della Key Art della comunicazione seguendone già il concept artistico finale.
Sono previste sessioni pratiche di scatti in studio di posa. Ritratti creativi e Set Up luci sulla base di una concept art di riferimento. Editing di base con Camera Raw e Photoshop, direct editing da Lightroom a Photoshop, export dei files e formati di consegna.
IL COPYRIGHT DELLE IMMAGINI: DIRITTO D'AUTORE, PROPRIETA' INTELLETTUALE DELLE IMMAGINI E DIRITTO DI COPIA
TOOLS
Nel corso delle sessioni teoriche e pratiche verranno forniti ai partecipanti alla masterclass gli strumenti didattici utili allo studio e all'apprendimento degli argomenti e i contenuti trattati in sede di corso.
PROGRAMMA COMPLETO, COSTI DEL CORSO IN VIA DI DEFINIZIONE.
MEET THE PORTRAIT INCONTRO CON GLI ATTORI DAVANTI ALLA MACCHINA FOTOGRAFICA
PROGETTO IN SVILUPPO - INCONTRI GRATUITI
Il rapporto degli attori con la fotografia e la propria immagine fotografata. Il racconto dell'incontro privilegiato quello del fotografo con attori e celebrities che in poco tempo stabiliscono un rapporto di reciproca fiducia per raggiungere entrambi il medesimo risultato: la realizzazione di un ritratto. In pochi istanti l'interazione del soggetto davanti alla macchina fotografica ed il fotografo restituisce un'immagine, interpretata e vista dall'autore dello scatto, ma allo stesso tempo, per il soggetto, come riflessa in uno specchio. L'interpretazione, l'esibizionismo, l'ansia da prestazione, risconoscere l'altro da sé, concedersi e lasciarsi andare, ritrarsi all'obbiettivo. Il selfie. Simpatie e antipatie fotografiche. Queste e altre riflessioni sul tema del ritratto di celebrities per avvicinare il pubblico al complesso lavoro di ritrattistica e svelare la persona che si nasconde dietro la maschera della notorietà.
INCONTRI SUL RITRATTO DI CELEBRITIES
LA LINEA DELLO SGUARDO WORKSHOP DI RITRATTO
docente: Monica Chiappara
2 GIORNATE
PROGRAMMA COMPLETO, COSTI E LUOGO DEL WORKSHOP DA DEFINIRE
LA LINEA DELLO SGUARDO
WORKSHOP DI RITRATTO
WORKSHOP DI RITRATTO
Il workshop è rivolto ai fotografi che vogliono approfondire il linguaggio fotografico nell'approcio creativo al ritratto.
"La linea dello sguardo" è il titolo preso in prestito dal linguaggio del cinema, è quella linea immaginaria tracciata dall'attore in scena che crea l'illusione di uno spazio condiviso al di là dell'inquadratura ma "proibito" all'obbiettivo che ne stabilisce l'arco narrativo oltre il quale, nel linguaggio cinematografico, si sconfina nell'impossibilità di raccordo filmico. Lo sguardo in macchina rappresenta l'eccezione. Allo stesso modo il fotografo sul set è spesso avvertito quando si trova sull'asse di questa linea immaginaria con il rischio di interferire o disturbare l'attore lungo la linea dello sguardo che può coincidere con un grande scatto ma contemporaneamente con l'invito a non sostare nella zona proibita.
Da questa premessa prende il titolo questo workshop che guarda alla fotografia di ritratto con la consapevolezza che lo spazio definito dallo sguardo del soggetto è uno spazio illusorio creato con la complicità dell'obbiettivo del fotografo che lo nasconde o lo svela.
ARGOMENTI DEL WORKSHOP
LO SGUARDO:
Lo sguardo è il tema principale del workshop sul ritratto.
L'occhio del fotografo dietro il mirino della macchina fotografica e la direzione dello sguardo del soggetto ritratto.
Lo sguardo in macchina e l'interazione tra fotografo e la persona ritratta.
IL RITRATTO:
Tipi di ritratto. La ritrattistica dei grandi maestri, pittura e fotografia. Relazionarsi con il soggetto da ritrarre. Ritratto posato e ritratto spontaneo.
Scelta della macchina e degli obbiettivi, gestione e modellazione della luce, ritratto in location e in studio. L'editing fotografico.
Prima di premere il pulsante di scatto operiamo una serie di scelte più o meno ponderate che riguardano la sfera dell’osservazione e del vedere.
Tutto questo ha a che fare con la composizione dell’immagine e dell’inquadratura all’interno della quale viene circoscritta e creata l’immagine fotografica.
Secoli di arte figurativa e arti applicate ci hanno insegnato a visualizzare le immagini seguendo alcune regole di base che influenzano la percezione visiva.
Tutto questo ha a che fare con la composizione dell’immagine e dell’inquadratura all’interno della quale viene circoscritta e creata l’immagine fotografica.
Secoli di arte figurativa e arti applicate ci hanno insegnato a visualizzare le immagini seguendo alcune regole di base che influenzano la percezione visiva.
SCATTI ED EDITING DI SESSIONE
PROGRAMMA COMPLETO, COSTI E LUOGO DEL WORKSHOP IN VIA DI DEFINIZIONE.
ONE LIGHT WORKSHOP DI RITRATTO CON SINGOLA LUCE
docente: Monica Chiappara
1 GIORNATA
PROGRAMMA COMPLETO, COSTI E LUOGO DEL WORKSHOP DA DEFINIRE
ONE LIGHT
WORKSHOP DI RITRATTO CON SINGOLA LUCE
Comprendere la luce è alla base del discorso fotografico di questo workshop. Della luce: la direzione, la qualità, l'intensità, la distanza, la sorgente, sono alcune delle caratteristiche principali la cui conoscenza è fondamentale per aggiungere ad un soggetto o ad un ambiente lo stato fisico del visibile. La dicotomia luce e buio, luce e ombra, sono alla base di ogni sperimentazione fotografica. La tecnica, le regole dell'illuminazione e i principi del linguaggio fotografico vengono analizzati nel corso del workshop.
Utilizzare una singola luce (naturale o artificiale) per creare ogni singolo scatto. Il linguaggio cinematografico, pittorico e fotografico viene espresso sull'arco di 180°con gli schemi, noti come: Luce Flip, luce Rembrandt, luce Loop, luce Butterfly (luce Paramount) determinati dall'angolo, dalla posizione e dall'altezza da cui la luce viene proiettata sul soggetto. Utilizzo aggiuntivo di riflettenti.
SCATTI ED EDITING DI SESSIONE
[...] A mio modo di vedere, la più bella immagine del cinema si trova nei vecchi film di Chaplin, in cui la luce cade su ogni cosa venendo da una sola direzione [...]
Henri Cartier-Bresson
PROGRAMMA COMPLETO, COSTI E LUOGO DEL WORKSHOP DA DEFINIRE
SENTIRE LA LUCE PERCORSO TATTILE DAL BUIO
Progetto video installativo:
Video + luce + photo + sensibile + performer
Video + luce + photo + sensibile + performer
Viaggio alla scoperta della luce. Percorsi possibili attraversando il buio, sentire la luce sulla superficie della pelle, cercare il calore del sole che invita a volgere lo sguardo nella propria direzione. Un sorriso prima del blackout della notte. L’esterno e la percezione di poter assistere al miracolo del giorno, l’interno e l’emulazione della rivelazione. L'oscurità toglie i contorni alle cose che la luce ci insegna a riconoscere e distinguere come forma e funzione.
La dicotomia dell'esistenza, del mancarsi reciprocamente, dell'annullamento di ciò che precede e di ciò che segue. La libertà ad occhi chiusi di sentire la luce inseguire il buio per illuminarlo.
La dicotomia dell'esistenza, del mancarsi reciprocamente, dell'annullamento di ciò che precede e di ciò che segue. La libertà ad occhi chiusi di sentire la luce inseguire il buio per illuminarlo.
WORK IN PROGRESS
MATERIA E LUCE WORKSHOP DI TECNICHE DI ILLUMINAZIONE E DI MODELLAZIONE DELLA LUCE
docente: Monica Chiappara
1 GIORNATA
PROGRAMMA COMPLETO, COSTI E LUOGO DEL WORKSHOP DA DEFINIRE
MATERIA E LUCE
WORKSHOP DI TECNICHE DI ILLUMINAZIONE E DI MODELLAZIONE DELLA LUCE
Il workshop ha l'obiettivo di far conoscere in brevi sessioni teoriche e pratiche di scatto la sensazione tattile della luce attraverso l'utilizzo di sorgenti d'illuminazione d'uso quotidiano (ad esempio lampade d'emergenza o la luce del telefono), luci professionali ed acquisire le tecniche empiriche di manipolazione, modificazione e modellazione della luce ottenuta con l'utilizzo di materiali di uso comune.
I materiali verranno studiati, per meglio comprenderne il grado e la capacità di assorbenza e riflettenza della luce, e utilizzati secondo criteri estetici e di reperibilità.
Si ottengono dei buoni risultati usando, ad esempio, dei bicchieri di cristallo per filtrare la luce, la carta specchiante, delle superfici riflettenti, le luci d’emergenza, degli scampoli di tela dipinti ad acrilico, tutto questo ed altro ancora possono diventare gli strumenti per realizzare dei creativi still life ambientati, oppure dei particolari e sperimentali ritratti on location.
Nel corso del workshop verranno inoltre esaminate alcune case history di effetti di luce, fissi e in movimento, ottenuti con questa tecnica di illuminazione creativa.
Il workshop è ideato per essere realizzato, per le sessioni di pratica, in spazi con ambientazione differente in cui poter sperimentare gli strumenti e i materiali reperibili sul posto.
PROGRAMMA COMPLETO, COSTI E LUOGO DEL WORKSHOP DA DEFINIRE
BACKDROPS ON CANVAS
WORKSHOP
WORKSHOP
L'obiettivo del workshop è di acquisire le tecniche per l'applicazione e la stratificazione dei colori per la realizzazione di fondali fotografici dipinti su tela. La personalizzazione delle tele di sfondo varia con la differenziazione d'uso di colori, texture e tecniche di procedimento per la stesura della pittura.
Esistono in commercio materiali sia economici che fine-art per la produzione dei backdrops handmade.
Il workshop prevede lo studio preliminare dei materiali pittorici e dei supporti, l’acquisizione delle tecniche di base per la preparazione delle tele, dall’imprimitura di fondo alla tinta.
Panoramica dei materiali già pronti all’uso, dai supporti alle preparazioni che necessitano di gessi, terre e diluizione degli acrilici.
Introduzione ai props per shooting fotografici.
Nella quota di partecipazione sono inclusi gli strumenti e i materiali a disposizione per la realizzazione dei backdrops.
Esistono in commercio materiali sia economici che fine-art per la produzione dei backdrops handmade.
Il workshop prevede lo studio preliminare dei materiali pittorici e dei supporti, l’acquisizione delle tecniche di base per la preparazione delle tele, dall’imprimitura di fondo alla tinta.
Panoramica dei materiali già pronti all’uso, dai supporti alle preparazioni che necessitano di gessi, terre e diluizione degli acrilici.
Introduzione ai props per shooting fotografici.
Nella quota di partecipazione sono inclusi gli strumenti e i materiali a disposizione per la realizzazione dei backdrops.
docente: Monica Chiappara
2 GIORNATE
PROGRAMMA COMPLETO, COSTI E LUOGO DEL WORKSHOP DA DEFINIRE